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- enzo patti

- 15 ott
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Asemismo. Le immagini di ahida

L’asemismo è un’idea artistico-filosofica che abbraccia l’assenza di significato esplicito nei segni, promuovendo una forma di comunicazione intuitiva, non verbale, libera da codici linguistici prestabiliti. Le sue radici affondano nella preistoria, ma il suo epicentro è nella natura stessa dell’essere umano. La sua spinta originaria è tracciare, segnare, esprimere, anche quando non c’è nulla da dire.
Asemismo è un termine usato per designare un approccio estetico e artistico in cui i segni visivi, sonori o gestuali non veicolano un significato linguistico riconoscibile o convenzionale, ma conservano un’intenzionalità espressiva, comunicativa o evocativa. Sebbene il concetto si sviluppi originariamente in ambito grafico-letterario, con la pratica della scrittura asemica, l’asemismo viene oggi riconosciuto come una categoria transmediale, che attraversa la scrittura, l’arte visiva, la vocalità sperimentale, la performance e altre forme espressive.Il termine deriva dal greco antico: a- (ἀ-), prefisso privativo, «senza»; sēma (σῆμα), «segno»; -ismo, suffisso formante nomi astratti riferiti a correnti, pratiche o ideologie.Il neologismo «asemismo» può essere tradotto come «assenza di segno semantico», o più precisamente: pratica del segno priva di significato linguistico determinato.L’asemismo nasce nel contesto della scrittura asemica (asemic writing), una pratica artistica emersa nel corso del XX secolo, ma con radici precedenti, che consiste nel produrre segni che simulano la scrittura pur senza appartenere a un sistema linguistico esistente. Le opere asemiche sono spesso visivamente leggibili ma semanticamente indecifrabili, e richiedono una fruizione aperta, interpretativa.Con il tempo, l’asemismo ha oltrepassato i confini della scrittura per manifestarsi in altre forme artistiche, diventando una categoria concettuale transmediale.
Molti artisti hanno prodotto o producono segni grafici, simboli o pseudo-alfabeti che non appartengono a nessun linguaggio noto. Artisti dell’Art Brut presentano caratteristiche asemiche, come la tensione tra gesto e significato, la simulazione del codice, l’ambiguità del segno.L’asemismo si esprime anche attraverso la voce non semantica, in forme di glossolalia, linguaggi inventati o vocalismi astratti. Sono molti gli artisti che hanno sperimentato o sperimentano vocalità asemiche.Nella performance art e nella danza contemporanea, il corpo può produrre gesti asemici, che evocano intenzioni comunicative pur senza aderire a un codice linguistico. Il movimento diventa scrittura nello spazio.Numerosi libri-oggetto o libri d’artista si fondano su scritture asemiche o combinazioni verbo-visive prive di testo leggibile, opere che uniscono segno, forma e materia in un’espressione asemica tridimensionale.Caratteristiche dell’asemismo: Assenza di codice decifrabile. Presenza di segni formali e intenzionali. Evocazione piuttosto che comunicazione. Pluralità interpretativa. Centralità del gesto, del ritmo, della materia. Resistenza alla traduzione e alla fissazione di senso.Nota: Attualmente, il termine «asemismo» non è ancora ufficialmente registrato nei principali dizionari di lingua italiana, ma è ampiamente usato in ambito artistico, critico e accademico per indicare questa pratica segnica e poetica non semantica. Il suo uso è destinato a consolidarsi con la crescente diffusione delle pratiche asemiche.

