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- Massimo Meloni
- 9 set
- Tempo di lettura: 6 min
Francia, 10 settembre: un movimento di rottura in divenire

Il testo di Massimo Meloni analizza la nascita e lo sviluppo di un nuovo movimento sociale in Francia, esploso in risposta alla legge finanziaria 2026 proposta dal governo. Il movimento, il cui slogan è «Bloquons tout le 10 septembre», si presenta come un'ampia mobilitazione popolare contro anni di precarizzazione e crisi sociale. Nato spontaneamente tramite reti informali e collettivi antagonisti, si struttura su modelli assembleari autonomi e punta al blocco della produzione e dei servizi in tutta la Francia. Il movimento, eterogeneo nella sua composizione sociale e forte nei territori extra-metropolitani, rivendica diritti sociali, giustizia fiscale e opposizione alla repressione. Pur rimanendo autonomo dai partiti, è sostenuto da alcune forze politiche della sinistra. Il 10 settembre si configura come un potenziale punto di svolta, che potrebbe inaugurare una nuova fase politica di rottura e conflitto sociale nel Paese.
Introduzione
Dalla seconda metà di luglio, in seguito alla presentazione della legge finanziaria 2026 da parte del Primo Ministro, la Francia è attraversata da un’intensa effervescenza politica e sociale.Lo slogan «Bloquons tout le 10 septembre» (Blocchiamo tutto il 10 settembre) si è rapidamente imposto come parola d’ordine di un movimento in piena espansione.Se la finanziaria ha rappresentato la scintilla, è la collera accumulata in quindici anni di crisi sociale e precarizzazione che ha alimentato la diffusione del movimento.La domanda che molti si pongono è: cosa accadrà il 10 settembre? Il movimento riuscirà davvero a bloccare produzione e servizi, modificando i rapporti di forza? Siamo forse all’inizio di una nuova fase politica, in una società segnata dalla crisi economica e dai limiti istituzionali della Quinta Repubblica? Quale sarà l’impatto sul movimento della probabile caduta del governo l’otto settembre?A oggi, è difficile prevedere l’ampiezza e l’efficacia della mobilitazione. Lo capiremo solo dopo il 10 settembre, quando sarà possibile analizzarne gli sviluppi.Nel frattempo, il Ministro degli Interni ha già inviato alle prefetture circolari che lasciano presagire una repressione dura, sia preventiva che operativa, contro le azioni previste per quella giornata.Ciò che ci interessa ora è comprendere come, parallelamente alle mobilitazioni contro il genocidio a Gaza iniziate nell’ottobre 2023, stia emergendo anche questo nuovo movimento di massa, quale dinamica sta generando e quali prospettive può aprire.
La nascita del movimento
A un anno e mezzo dal grande sollevamento contro la controriforma delle pensioni, sembra aprirsi in Francia un nuovo ciclo di conflitto sociale.Come ormai accade frequentemente, il movimento è nato in modo informale, attraverso internet e gruppi di affinità. Un collettivo «citoyen»1 su Telegram ha lanciato messaggi di protesta contro i punti più controversi della legge finanziaria, aggregando rapidamente una comunità attorno al motto «Bloquons tout». Questa parola d’ordine, semplice e potente, esprime un rifiuto generalizzato e la volontà di cambiamento radicale.Inizialmente, anche gruppi di estrema destra hanno cercato di appropriarsi della collera popolare. Tuttavia, i collettivi nati dalle lotte degli ultimi quindici anni hanno preso in mano il processo di costituzione, riempiendolo di contenuti antagonisti e marginalizzando la destra. La capacità di questi gruppi, emersi durante la mobilitazione contro la riforma delle pensioni del 2023, di interpretare la rabbia sociale e orientarla in senso antagonista è stata decisiva. In breve tempo, si sono formati comitati di lotta, collettivi e assemblee generali che discutono contenuti e azioni, dando vita a una struttura organizzativa diffusa e partecipativa.
Contenuti e struttura del movimento
Il concetto di blocco è al centro del movimento: tutti possono bloccare qualcosa, che si tratti della metropoli produttiva o dei piccoli centri rurali. Attorno a un nucleo giovanile molto attivo, il movimento ricompone generazioni, esperienze e obiettivi diversi.Le assemblee permanenti, organizzate in gruppi di lavoro, decidono collettivamente, seguendo il modello della democrazia di base sperimentato con La Nuit Debout2 e rafforzato dai Gilets jaunes.Il modello assembleare, autonomo e svincolato da sindacati, partiti e gruppi di sinistra tradizionali, rifiuta le manifestazioni classiche e punta su forme di lotta più incisive.Sul piano politico, La France Insoumise (Lfi) ha da un lato promosso la partecipazione dei suoi militanti ma ha anche cercato di integrare il movimento nella propria dinamica di rottura elettorale, tramite un’intervista di Mélenchon, mentre il Pcf lo sostiene apertamente e il Ps lo appoggia in modo più discreto. Tuttavia, il movimento è rimasto autonomo.
Composizione sociale
Chi partecipa al movimento? Lo scopriremo con maggiore chiarezza il 10 settembre. Per ora, si osserva una base ampia e diversificata: salariati, precari, studenti, dipendenti pubblici, pensionati e categorie colpite dalla crisi capitalistica.La mobilitazione è particolarmente forte nei piccoli centri e nelle cittadine di provincia, dove le comunità locali sono più radicate. Qui si trovano dipendenti pubblici, lavoratori della logistica, operai delle Piccole medie imprese e disoccupati colpiti dalle ristrutturazioni industriali.A Parigi e in alcune grandi città, si stanno riformando le assemblee «interluttes»3, già protagoniste della convergenza delle lotte durante la mobilitazione contro la riforma delle pensioni. Queste assemblee si concentrano nei quartieri popolari del nord e nord-est, e per la prima volta si estendono alle cittadine della banlieue direttamente collegate a questi quartieri.In queste aree, caratterizzate da una forte presenza di attività terziarie e campus universitari, esiste una tradizione storica di lotta e organizzazione politica e sindacale, trasmessa dalle generazioni operaie francesi e immigrate. L’unione tra nuove generazioni e strati sociali storici costituisce la base di massa della mobilitazione.Resta incerto il ruolo delle banlieues-ghetto, costruite negli anni Settanta per ospitare le generazioni discendenti dagli immigrati africani e maghrebini.
Rivendicazioni e prospettive
Le rivendicazioni per il 10 settembre vanno oltre il rifiuto della legge finanziaria, che prevede: soppressione di due festività senza compensazione economica; aumento della fiscalità sui redditi bassi e sulle pensioni; riduzione dei sussidi familiari; mancata indicizzazione di pensioni e sussidi all’inflazione.Il movimento chiede anche: solidarietà intergenerazionale; diritti alla salute per gli immigrati senza documenti, miglioramento dell’istruzione; lotta contro la repressione, il riarmo e la precarizzazione del lavoro.
Il ruolo dei collettivi militanti
A Parigi e altrove, i cicli di lotta degli ultimi quindici anni hanno generato spazi di aggregazione e dibattito politico, dando vita a un tessuto militante attivo e organizzato.Questa avanguardia politica, spesso visibile nella tête de cortège4 delle manifestazioni, ha trasformato le marce urbane sindacali o celebrative (come il Primo Maggio) in momenti di conflitto e contropotere. È stata determinante nella nascita del movimento, nella sua strutturazione assembleare e sarà probabilmente in prima linea il 10 settembre.La ricostituzione di questo tessuto militante dimostra la capacità delle lotte di sedimentare una soggettività politica antagonista, condizione essenziale per un cambiamento reale.
Conclusione
Se il movimento riuscirà a mantenere la sua autonomia, a coinvolgere ampi strati sociali e a costruire una convergenza reale delle lotte, potremmo assistere all’apertura di una nuova fase politica di rottura in Francia.Il 10 settembre potrebbe rappresentare un momento di rottura profonda, capace di decostruire la narrazione capitalista fondata sulla finanziarizzazione della società, della vita e dei servizi pubblici e di sviluppare la nascita di strutture e collettivi permanenti di convergenza delle lotte radicati nei territori.
Note
1Collettivo citoyen: espressione derivante dal termine «Assemblée citoyenne» coniata dagli Enciclopedisti francesi del XVIII secolo e in particolare dal filosofo Rousseau.
Wikipedia-Assemblée citoyenne: Rousseau disegna un modello di assemblea in cui l’organismo sovrano, cioè il popolo, delibera le leggi senza delegare il proprio potere legislativo ai rappresentanti.
2 Nuit Debout: espressione coniata nel marzo 2016 al termine di una manifestazione del movimento contro la legge sul lavoro del governo socialista. Al termine della manifestazione il movimento si rifiutò di partire da Place de la République occupandola giorno e notte per alcuni mesi e sviluppando dibattiti su tutti i temi del movimento, iniziative di lotta, manifestazioni, eventi culturali che videro una grande partecipazione dei parigini. La legge detta «El Khomry» (dal nome della ministra socialista che l’aveva proposte) ha modificato profondamente la legislazione sul lavoro provocando un’ulteriore precarizzazione del corpo sociale, sul modello italiano del «jobs act».
3 Assemblee Interluttes: Assemblee formate nel 2023 durante la lotta contro la legge sulle pensioni da vari collettivi e comitati che cercavano di creare una convergenza fra le lotte di settori diversi (dipendenti pubblici, operai dell’industria e dei servizi, studenti, precari, disoccupati, immigrati, collettivi di giovani occupanti spazi autonomi, movimenti per la casa, movimento femminista e LGBTQ,…) al fine di formare un forte movimento antagonista unitario.
4 Tête de cortège: il termine si riferisce ai gruppi, collettivi e militanti che, alla formazione di un corteo sindacale o politico, riuscivano a piazzarsi in testa al corteo al fine di dare una connotazione antagonista e militante alla manifestazione, al di fuori della linea sindacale o politica degli organizzatori del corteo.
Massimo Meloni fino al 1983 ha lavorato alla SIT-Siemens di Milano militando nei Collettivi politici operai. Si è poi trasferito in Francia, a Parigi, dove ha lavorato per molti anni nel settore delle telecomunicazioni. Si occupa attivamente di politica antagonista e ha partecipato fin dall’inizio al movimento dei Gilets jaunes.