post-poetica
- Francesca Perinelli

- 6 giorni fa
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Due prose inedite

Molti e differenti sono i modi di affrontare contemporaneità, storia e microstoria, facendo scrittura di ricerca. Uno di questi affiora nei due inediti di Francesca Perinelli proposti qui. Il primo legato al nodo necessario e insieme problematico (talvolta... inaccettabile) che lega le immagini, il "film", all'ingiustizia - anche laddove è solo con le immagini che si pensa di poter 'restituire' alcuni dati. Il secondo testo, diversamente/analogamente, applica la tecnica dell'allargamento di campo della macchina da presa: dalla quotidianità all'orrore, includendo questo in quella; così facendoci riflettere su quanto il flusso delle figure ci investa senza interne soluzioni di continuità.
montare un caso – istruzioni e un esempio pratico
lo sfratto era stato rinviato un centinaio di volte una lunga serie di ciak a volte ripetuti in gran numero è stato fondato a Milano nel 1975 il materiale è costituito da varie scene venne sgomberato nel 1994 l'ordine delle riprese non è cronologico era stato nuovamente notificato per il 9 settembre si è però deciso negli ultimi giorni un colpo secco - era stata avviata una raccolta fondi per resistere durante le riprese aveva presentato una manifestazione d'interesse al comune per un immobile
un colpo secco, durante le riprese, viene battuto da un membro della troupe - le operazioni sono iniziate intorno alle 7.30
per comprendere l'importanza di questo momento poco conosciuto, facciamo un esempio concreto. consideriamo una scena di dialogo dove, in fase di ripresa, siano state girate una serie di inquadrature secondo uno schema classico
giovane: - lei chi è?
ministro: - il ministro dell'interno
giovane: - dopo quarant'anni di nuovo uno sgombero ad agosto. non mi pare una buona idea ripetere il passato. avevano richiesto l'uso della forza pubblica per il 9 settembre, è vero?
ministro: - oggi finalmente viene ristabilita la legalità. tolleranza zero. - tira fuori un video e lo porge al giovane
il giovane lo guarda incredulo e rimane in silenzio: sullo schermo una donna afferma: "in uno stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità. le occupazioni abusive sono un danno per la sicurezza, per i cittadini e per le comunità che rispettano le regole”
ministro: - la conosceva?
giovane: - la verità... perché non dice la verità, cosa vuole nascondere?
è in questo momento che il montatore inizia a tessere la sua tela e a realizzare il film
*
l’osservatore
il tavolo ha struttura e piano di legno verniciato di marrone scuro lucido. attorno e sopra, odore di frittata alle verdure consumata da poco sul tavolo su cui sta una lampada di produzione cinese con stelo e base in plastica argentata e un coperchietto, sempre in plastica, di colore bianco. è accesa e manda una luce fioca di tonalità calda. accanto alla lampada stanno due fogli stampati e commentati e matita con grafia irregolare a larga. poco oltre, la copia di una rivista e un gatto che vi dome sopra e sussulta ogni tanto per il baccano dei vicini proveniente dalle finestre aperte per il caldo anche a tarda ora. sopra l’altra porzione di tavolo stanno un telefono nero collegato a un cavo bianco che termina con una presa nel muro e un pc acceso con sopra due mani e relativi avambracci di un’entità umana con occhi fissi su un uomo giovane dai capelli corti, la barba di qualche giorno e una maglietta grigia, steso supino su un pavimento a scacchi bianco e rosso. è in preda a convulsioni per i lacrimogeni lanciati poco prima nel supermercato. alcune mani cercano di calmarlo passando ripetutamente sul suo torace. scuote la testa da un lato all’altro, dietro di lui sono incolonnati pacchi di bottiglie d’acqua e di coca cola incellofanati. ora è inquadrato un uomo di mezza età con una camicia bianca e il simbolo della mezzaluna rossa stampata sulla manica visibile. l’operatore allontana a gesti le altre persone, ferma la testa dell’uomo con le proprie mani, gli parla in arabo. l’uomo sembra comprendere quello che gli viene detto ma non smette di tremare. i suoi occhi sono aperti. la fine del video blocca il suo sguardo mentre trapassa lo schermo. il tavolo scompare, l’osservatore si scopre creato dall’uomo

