scienza e politica
- a cura di Gianfranco Pancino
- 6 giorni fa
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Aggiornamento: 5 giorni fa
# 3. Gli Ambulatori popolari gratuiti: una rete alternativa di cura e lotta per la salute. Caracol Olol Jackson e Clinica Popolare Azadî

Caracol Olol Jackson (Vicenza) e la Clinica Popolare Azadî (Padova) sono due realtà associative nate per offrire risposte concrete e dal basso ai bisogni sanitari e sociali, in un contesto di crescente esclusione e crisi del sistema sanitario pubblico. Caracol, fondata nel 2018 in memoria di Olol Jackson, è uno spazio sociale che promuove mutualismo, cultura e diritti, e ospita l’Ambulatorio Popolare, attivo dal 2019, che offre cure gratuite e supporto sanitario a persone escluse dal SSN. La Clinica Popolare Azadî nasce invece nel 2025 nel quartiere Palestro di Padova come progetto transfemminista e intersezionale, offrendo servizi di cura accessibili e attenti alla complessità delle persone, in particolare migranti e soggetti marginalizzati. Entrambe le esperienze si fondano su volontariato, reti territoriali e una visione politica della salute come diritto universale e pratica collettiva di solidarietà.
Caracol Olol Jackson è un’associazione senza scopo di lucro nata a Vicenza nel 2018 in memoria di Olol Jackson, sindacalista e attivista per i diritti umani, improvvisamente scomparso nel 2017. Con Olol abbiamo lottato per anni per una società più giusta, solidale e libera, e a partire da quel patrimonio di esperienze condivise – come il presidio No Dal Molin – abbiamo deciso di costruire qualcosa che potesse proseguire il suo impegno concretamente.Nel 2019, grazie al sostegno di oltre 200 soci e a un lungo percorso di autofinanziamento, siamo riusciti ad acquistare un edificio nella periferia di Vicenza. È lì che ha preso forma Caracol: non solo un’associazione, ma uno spazio sociale vivo, aperto, costruito dal basso, dove coltivare relazioni, mutualismo e sperimentazione. La nostra missione è promuovere un modello di sviluppo sociale ed economico equo, basato su pratiche mutualistiche e partecipazione dal basso. Vogliamo rispondere in modo concreto, condiviso e solidale alle difficoltà delle persone e del territorio. I nostri progetti si concentrano su temi come i diritti, la salute, la cura, l’arte e la cultura. Il concetto di «Comunità che cura» è il filo conduttore che guida ogni nostra attività e obiettivo, cercando di creare uno spazio dove il singolo non può dirsi felice se non lo sono anche gli altri, che si autosostiene e non dona quello che non gli serve più ma condivide quello che ha, che crea relazioni e condivide esperienze, che lotta insieme per i diritti dei pochi valorizzando e integrando le diversità. Caracol è uno spazio di benessere, incontro e condivisione, dove sperimentare nuove pratiche sociali, culturali e artistiche. È un luogo dove costruire insieme un senso di appartenenza e stimolare forme di cittadinanza attiva. È il sogno di una società inclusiva e accogliente che proviamo a realizzare ogni giorno, dentro e fuori le nostre mura, con battaglie che vanno dal diritto alla salute alla giustizia ambientale, dalla parità di genere alla lotta contro la guerra.Nel tempo, quel luogo è diventato casa di tanti progetti, tra cui un ambulatorio popolare, un banco alimentare popolare, un mercato contadino, una bibliosteria, uno spazio per concerti e performance oltre che spazi di aggregazione per assemblee politiche, incontri fra donne di varie nazionalità, collaborazioni con altre realtà del territorio come ADL Cobas, Collettivo Rotte Balcaniche, Associazione Avvocato di Strada.
L’Ambulatorio Popolare, attivo dal 2019, è nato per garantire il diritto alla salute anche a chi ne viene escluso. È uno spazio dove ricevere accoglienza, ascolto, orientamento, informazioni e cure mediche gratuite, grazie al lavoro volontario di personale sanitario e amministrativo. L’ambulatorio è un presidio contro le disuguaglianze sanitarie, e allo stesso tempo uno spazio di relazione e accoglienza. Conta uno staff altamente qualificato con esperienza pluriennale, è composto da 40 volontari tra operatori sanitari e non che operano in cinque ambulatori attrezzati con strumentazioni, magazzino, spogliatoio per personale sanitario e bagno attrezzato per uso disabili. Prima ancora degli ambulatori di Medicina Generale, Psicologia, Ginecologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria, Medicina del Dolore e Odontoiatria, è lo Sportello Informativo e di Accoglienza il primo luogo dove gli utenti interagiscono con gli operatori dell’Ambulatorio, dove viene stabilita con loro una prima relazione conoscitiva e vengono ascoltati nei bisogni emergenti in un ambiente inclusivo e aperto alla proattività. Lo Sportello fornisce altresì informazioni utili sui servizi del territorio e sull’assistenza amministrativa, si occupa direttamente di avviare le pratiche per l’ottenimento e il rilascio della tessera STP/ENI.
L’Ambulatorio partecipa alla Rete Internazionale delle Cliniche Sociali (INOSC – International Network of Social Clinic) e ha contribuito alla scrittura del Manifesto delle Cliniche Sociali, che è stato presentato nel 2024 presso la sede dell’Associazione con partecipazioni da tutta Europa. Partecipa anche alla Rete Regionale veneta che ha già prodotto un documento descrittivo degli ambulatori di prossimità del territorio veneto, presentato in Regione nella primavera del 2024 alla presenza dell’ass.re Lazzarin.
L’Ambulatorio collabora anche con l’ULSS 8 Berica, in quanto ha siglato un accordo per l’istituzione dell’ Ambulatorio STP, e, in accordo il Comune di Vicenza, a partire dal 2021 ha avviato e attivato percorsi che vanno dalla vaccinazione Covid-19 per persone senza dimora alla formazione ed educazione alla sessualità e alle malattie sessualmente trasmissibili con attività di screening per diabete e HIV e relativa presa in carico delle persone senza dimora, passando per l’informazione sull’igiene orale di adulti e bambini, la partecipazione ai Tavoli di lavoro coordinati dal comune di Vicenza e collaborazioni con altri ETS del territorio di Vicenza. Dalla data della sua apertura a oggi l’Ambulatorio ha registrato circa 4000 accessi a fronte di più di 900 utenti. Nulla di tutto questo sarebbe possibile senza il contributo volontario di tante persone che ogni giorno si spendono con passione e cura. Negli anni, Caracol è cambiato: alcune progettualità sono finite, altre sono nate. Alcune si sono allontanate, altre sono arrivate. Ma ciò che non cambia è la volontà collettiva di costruire uno spazio accogliente, libero, sicuro. Caracol è un’associazione di persone, una casa, un sogno che prova a diventare realtà. Ogni giorno in cui apriamo la porta di viale Crispi e costruiamo insieme questo spazio aperto, inclusivo e solidale, crediamo che quel sogno si stia già realizzando.

Clinica popolare Azadì
Per una cura diversa, accessibile e resistente alle dinamiche di potere ed esclusione
Il SSN Veneto, nonostante venga descritto dal Governatore della Regione come molto efficiente e pur avendo nei suoi ospedali delle eccellenze dal punto di vista clinico, soffre degli stessi mali noti a tutte le altre regioni d’Italia: grave carenza di figure infermieristiche e, seppur in misura minore, di medici (sia ospedalieri che medici di medicina primaria); povertà di assistenti sociali con conseguente inefficienza dei centri operativi territoriali che dovrebbero fungere da trait d’union tra ospedale e territorio; assenza, nel pubblico, di servizi di sostegno psicologico con riduzione di investimenti nella salute mentale.L’allungamento delle liste d’attesa costringe le persone a rivolgersi al privato, che in Veneto negli ultimi anni ha aumentato a dismisura i suoi investimenti, o le obbliga in molti casi a rinunciare alle cure per difficoltà economiche. I presidi territoriali (case della comunità e ospedali di comunità) costituiti con i fondi del PNRR esistono strutturalmente e nominalmente, ma nella maggior parte dei casi sono privi di personale e quindi inutili.
Qui a Padova, dove risiedono un ospedale d’eccellenza e un’università antica e prestigiosa, l’aria che respiriamo è tra le più inquinate d’Italia e i medici ginecologi obiettori continuano a essere la stragrande maggioranza nelle corsie degli ospedali veneti. Come operator* di salute, medic* infermier* e psicolog* verifichiamo che l’organizzazione del lavoro delle cosiddette «aziende sanitarie» si fonda sostanzialmente su costi e tempistiche, negando totalmente il fattore umano e la relazione con l* pazient*. Da queste considerazioni, nasce a Padova la Clinica Popolare Azadî, a partire da un percorso iniziato nel 2023 con l’Assemblea Salute e Cura Padova, che riuniva medic*, psicolog*, operator* sanitari* e cittadin*. Con questo progetto abbiamo provato a rispondere alla necessità di aprire spazi di discussione e dibattito sulla salute in città; negli ultimi due anni, abbiamo infatti organizzato diverse assemblee cittadine, focalizzandoci su vari temi, tra cui medicina di genere e violenza ginecologica, razzializzazione e decolonizzazione della medicina, salute mentale e detenzione, nonché vari laboratori su sessualità, visita ginecologica, ecc. In parallelo a queste occasioni di confronto e dialogo, sentivamo anche il desiderio di mettere le «mani in pasta», di concretizzare i nostri discorsi per creare un’alternativa a quella che è oggi la sanità che fosse reale e coerente con le nostre idee. Abbiamo potuto fare ciò all’interno del quartiere Palestro, grazie allo spazio messo per noi a disposizione dall’associazione sportiva dilettantistica Quadrato Meticcio (QM), attiva da anni nel rione per sostenere l’attività sportiva giovanile, organizzare scuole d’italiano e doposcuola e affrontare le problematiche abitative dovute alle politiche antipopolari di gestione del patrimonio pubblico. Nel quartiere è infatti presente un importante nucleo di case popolari amministrate dall’ATER; la popolazione comprende molti anziani e persone con background migratorio ed è dunque caratterizzata da un’importante multiculturalità.
La clinica come tale è attiva da marzo 2025, quando si è organizzata in associazione APS. Il nostro obiettivo non è diventare un’estensione del Sistema Sanitario Nazionale, ma esercitare una cura diversa, accessibile e resistente alle dinamiche di potere ed esclusione che caratterizzano troppo spesso i contesti ospedalieri, in particolar modo nei confronti dei soggetti marginalizzati. Vogliamo dare vita a pratiche di cura democratiche, intersezionali e transfemministe, basate sulla condivisione orizzontale dei saperi e capaci di guardare alla persona nella sua interezza e complessità. La nostra pratica è sicuramente influenzata dal luogo in cui si colloca, in particolare quello appena descritto del quartiere Palestro, territorio con forte presenza di persone migranti e di anziani. Siamo in rete con altre realtà associative che agiscono sul terreno dell’accoglienza e del supporto alle persone migranti con e senza permesso di soggiorno, con cui collaboriamo per fornire assistenza medica e psicologica e redigere relazioni da presentare in commissione territoriale per la richiesta dei documenti. Abbiamo anche intrapreso percorsi di autoformazione con il fine di relazionarci al meglio con persone con esigenze sanitarie e background socioculturali differenti.Attualmente, la clinica è aperta due giorni a settimana: l* utenti vengono accolt* e mess* per quanto possibile a proprio agio; l’obiettivo di questa prima «visita», per noi, è conoscere la persona e capire i suoi bisogni. Per fare ciò, abbiamo costruito un triage che comprende non solo la classica anamnesi medica e psicologica, ma anche le condizioni di vita (lavoro, situazione abitativa, socialità, presenza di una rete di supporto…).
Dopo aver effettuato il triage, in base alle necessità riscontrate vengono forniti servizi gratuiti di ascolto psicologico e percorsi psicologici brevi, aiuto nella lettura e comprensione dei referti, consigli nella gestione/consultazione di terapie, consulenze mediche. Grazie alla rete con altre realtà e associazioni operanti a Padova in quest’ambito, inoltre, possiamo reindirizzare l* utenti a servizi accessibili o gratuiti.Presso la clinica si trovano: Medici di medicina generale/internisti, Cardiologi, Neurologo, Fisiatra/Fisioterapista, Ginecologo, Psicologi/Psicoterapeuti, Infermieri. In contemporanea, ci impegniamo nell’organizzazione di eventi culturali centrati sul tema della salute e dei diritti di cittadinanza, incontri divulgativi sulla prevenzione, eventi sociali in cui continuare a intessere e rafforzare le relazioni con l* abitanti del quartiere; sono inoltre in cantiere molti nuovi progetti, tra cui un gruppo di auto-mutuo-aiuto per persone con patologie croniche e un gruppo di photovoice. Oltre a ciò, partecipiamo a manifestazioni politiche e festival in giro per l’Italia, portando le nostre esperienze e le riflessioni che ne derivano, nel tentativo di creare una rete forte che possa portare avanti unitamente le varie vertenze.
In conclusione vogliamo essere al servizio di un bisogno personale, collettivo, sanitario e sociale, denunciando il collasso del Sistema Sanitario Nazionale, per attivare dinamiche di solidarietà lottando per un sistema sanitario pubblico, gratuito e universale; la creazione di relazioni di solidarietà tra le persone; la salute come bene sociale ed ecologico.
